| Max stava girovagando per la scuola, osservando con attenzione il corridoio che stava attraversando e sperando che fosse quello giusto. Le avevano detto che per mandare una lettera ai suoi genitori sarebbe dovuta andare in guferia, non avendo lei stessa uno di quegli animali, e lei aveva intenzione di raggiungerla prima che faccia sera, possibilmente. Sperando di riuscire ad orientarsi, in quell'edificio enorme... Stringeva in mano la lettera da mandare ai suoi genitori a Nizza, dove aveva scritto molto dettagliatamente tutto quello che le era successo - poco - in quei giorni a scuola. Niente di nuovo per loro, a parte gli ultimi avvenimenti, perchè da poco Max aveva smesso di chiamarli ogni giorno. Ma non potendo resistere più di tanto, ecco che la ragazza iniziava con le lettere. Sperava che il padre e la madre, alla vista del gufo che beccava la finestra del soggiorno di casa loro, non si spaventassero fino ad arrivare al punto di cacciarlo... Poveri animali, non se lo sarebbero meritato! Svoltò un paio di volte e salì poi una rampa abbastanza ripida di scale, fino ad arrivare nella cima della Torre Est. Solo una porta in legno la separava dalla guferia, porta che Max non esitò ad aprire con energia. Ciò che si ritrovò davanti fu una quantità indefinibile di gufi e civette di tutti i tipi, di tutti i colori e di tutte le dimensioni: non sentiva alcun rumore prodotto da loro, probabilmente stavano dormendo, quindi Max potè ammirarli in pace senza doversi preoccupare di infastidirli o farli arrabbiare. Accidenti, quanto erano carini! Fosse stato per lei, li avrebbe squadrati uno ad uno, tutti quanti, o avrebbe toccato il loro piumaggio, sicuramente morbido... Ma non poteva rimanere lì a lungo. Si guardò intorno cercando un gufo più sveglio degli altri, che quindi non avrebbe disturbato più di tanto, e quando trovò una civetta bianchissima fissarla con occhi vigili sorrise a trentadue denti. Sì, quella! -Ehi, piccola- iniziò a parlarle, come faceva di solito con ogni animale che incontrava. -Mi fai un piccolo favore?- la civetta piegò la testa, senza muoversi di un millimetro, e Max lo intese come un "sì". Le si avvicinò lentamente, per paura di spaventarla, ma non vedendo nessuna reazione brusca si rilassò un po'. Si posizionò davanti a lei, avvicinandole la lettera al volto, e la civetta la prese col becco senza alcuna esitazione. Max sorrise di più, e prendendosi di coraggio provò a sfiorarle il candido piumaggio... Ma l'animale con uno scatto si "scrollò" di dosso la mano della ragazza, senza ribattere ma con uno sguardo che le fece capire di non dover provarci di nuovo. -Okay, okay... Scusa- le sembrò strano scusarsi con un animale, che forse neanche la capiva, ma le venne naturale. Arretrò di qualche passo quando vide la civetta pronta a spiccare il volo, e quando l'animale lo fece, allontanandosi velocemente, Max stette ad osservarla fino a quando non scomparì alla sua vista.
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